Cambia il governo ma la maggioranza resta. La politica è immota mentre il paese annaspa. La strada giusta è l'unica non ancora sperimentata che punta decisamente a sinistra.
XVII legislatura, ai superstiziosi può dire molte cose... e a te cosa dice?
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venerdì 28 marzo 2014
ViceVersa 1/2014. Reddito Minimo Garantito di Daniela Gianoli
Tra i paesi europei sono Italia e Grecia non hanno una forma di tutela economica per i nuclei con un reddito vicino o sotto la soglia di povertà. SEL, per prima, ha depositato una proposta di Legge al riguardo.
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lunedì 17 marzo 2014
ViceVersa 1/2014. Il 2° congresso di SEL di Stefano Fiorani e Jacopo Rossi
Ricostruire la sinistra italiana...
...Chi c'era ha avutola netta impressione che l'impegno politico sia ancora l'arma migliore per battere l'indifferenza e l'occupazione delle istituzioni pubbliche a fini privati e di mero arricchimenti individuale.
Hai letto l'articolo? Vuoi aggiungere qualcosa o porre domande sulla linea politica decisa dal congresso di Riccione? Utilizza i commenti di questa pagina e potrai metterti in contatto con gli autori dell'articolo
...Chi c'era ha avutola netta impressione che l'impegno politico sia ancora l'arma migliore per battere l'indifferenza e l'occupazione delle istituzioni pubbliche a fini privati e di mero arricchimenti individuale.
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ViceVersa 1/2014. Congresso visto da...La Brigata Donne
Un resoconto del secondo congresso di SEL a Riccione vissuto e raccontato con l'emotività di chi l'ha vissuto, con il senso di appartenenza di chi ha partecipato e con la consapevolezza del lavoro che ci aspetta.
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ViceVersa 1/2014 Dai nostri consiglieri: Roberto Viganò e Anna Santoiemma
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ViceVersa 1/2014 L'editoriale di Ugo Rossi
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Donne 365 giorni all'anno
“Io
donna non sono un panda, non sono da proteggere e tutelare”
E
anche per quest'anno la festa della Donna è passata, sono passati
gli auguri, i rametti di mimosa, gli sconti al cinema, le serate
urlate e su di giri con solo invitate, è passata quell'euforia
innaturale che caratterizza questa festa, che contraddistingue
quell'ora d'aria che si tinge di rosa. La festa è passata, si, per
fortuna. Ma la Giornata Internazionale della Donna invece, che fine
ha fatto? L'8 marzo, anche se i più, uomini e sopratutto donne,
tendono a dimenticarlo, è la giornata per
ricordare le rivendicazioni di
libertà delle donne, le discriminazioni subite da e per millenni, i
diritti ottenuti e quelli, ancora tanti, da ottenere, non è una
giornata di festa, ma di riflessione, di ricerca di studio e di
lotta.
Lotta per le donne spagnole che il
12 febbraio si sono sentite dire dal ministro di giustizia Gallardon
(ovviamente un uomo) "L'aborto non è un diritto
fondamentale""La nostra riforma non è contro le donne, ma
a favore della loro tutela". Lotta per le 130 donne italiane che
nel 2013 hanno pagato con la vita la grave colpa di essere donne.
Lotta per 120 milioni di donne, prevalentemente africane, che ancora
oggi convivono con una mutilazione genitale e per i 3 milioni di
bambine che anche quest'anno si aggiungeranno a queste statistiche
(OMS).
Riflessione
sul perchè gli uomini politici italiani si esprimano e pensino cose
così:
Alfano:“Oggi
le donne italiane sono più tutelate perché abbiamo lavorato per
avere maggiori strumenti mirati a punire il reato e a prevenire il
fenomeno.” (il femminicidio)
Renzi:
“Come
politici e come padri abbiamo il dovere di difendere le donne, le
nostre figlie e insieme abbiamo il dovere di educare i nostri figli
al rispetto dell’essere umano sopratutto se lo riteniamo più
debole.”
Signor
Alfano, non siamo nè il Duomo nè La Scala, non abbiamo bisogno di
essere sottoposte a tutele e vincoli ambientali tali, da doversi
dotare di strumenti adeguati. E il fenomeno non va punito, ma curato.
E poi, chi ha lavorato? Voi uomini? Mentre le donne in parlamento
sono rimaste a guardarvi e a farsi le unghie?
Signor
Renzi, altri titoli io proprio non posso riconoscergli, non siamo
fragili creature da difendere, ma persone con punti di forza e punti
di debolezza.
Riflessione,
sul fatto che non ci si accorga nemmeno che continuiamo ad essere
oggetto anche nei discorsi contro la violenza.
Di
riflessione
del perchè abbiamo bisogno, anche all'interno del nostro partito, di
sentirci dire compagne e compagni ad ogni capoverso, ad ogni
relazione, ad ogni inizio frase e se non usi la stessa formula, sei
immediatamente tacciata di maschilismo, di poco rispetto per la
condizione femminile. Di riflessione
perchè se un uomo ti riconosce il “valore aggiunto”, ossia una
combinazione di competenza, sensibilità, talento e passione debba
essere considerato un insulto
Di
riflessione
perchè, forse, ancora non abbiamo capito che parità non significa
omogeneità.
Giornata
di studio
e di ricerca,
perchè l'Italia è uno dei pochi paesi europei in cui il lavoro
femminile è ancora sotto il 50% (ben lontana dai parametri fissati
a Lisbona) e in cui l'occupazione femminile è inferiore di circa il
20% a quella maschile.
Di
studio
e di ricerca
perchè è solo attraverso la modifica degli schemi culturali di una
società che vede la donna come care giver naturale, come colei che
deve essere dedita alla famiglia ed alla casa, che si potrà incidere
su questi desolanti dati sull'occupazione.
Gli
schemi culturali si trasformano in barriere pratiche: la differenza
salariale è ancora molto alta, è ancora diffusa la pratica della
firma sulla lettera in bianco di licenziamento contemporaneamente
alla firma sul contratto, le donne, che come abbiamo visto, si
trovano a colmare le voragini del welfare non accedono a strumenti
come il telelavoro e l'orario flessibile ed i servizi alla prima
infanzia pubblici (asili nido e scuole dell'infanzia) sono scarsi e
con orari scarsamente compatibili.
Closing
the Gender Gap, un rapporto OCSE pubblicato nel 2012, rileva che
l'occupazione femminile aumenta quanto diminuisce il divario di ore
lavoro non retribuito tra uomini e donne.
In
Italia, riporta lo studio, le donne “lavorano” non retribuite per
5,5 ore al giorno, mentre gli uomini poco più di 1,5...
E
quindi ancora di lotta
perchè solo ottenendo degli interventi dello Stato e una politica
sociale per l'accudimento dei minori, degli anziani e dei disabili,
la donna potrà essere competitiva nel mondo del lavoro, e ancora di
riflessione
sul perchè i dati dell'OCSA non abbiano prodotto nessun sussulto
nazionale. Così come inascoltati sono i dati di un altro studio il
Global
gender gap report 2013 stilato
dal World
economic forum, che pone l'Italia al
71esimo
posto per
quanto riguarda la parità di genere, (le Filippine sono al 5 posto,
il Nicaragua al 10 e la Cina
è
al 69 posto).
La graduatoria del World
economic forum valuta la disparità
di genere in base a quattro
criteri principali: partecipazione economica e
opportunità, risultati formativi, salute e sopravvivenza e potere
di rappresentanza politica. In quest’ultima
categoria l’Italia ha l’indice più basso, il 19% rispetto al 21%
della media
Scrive
Fabio Roia, magistrato di Milano, “Sembra peraltro irrazionale,
contrario alla naturalità delle cose, dovere ancora definire, in una
società avanzata del terzo millennio, la donna come una persona
giuridicamente e relazionalmente fragile e bisognosa di una
protezione di genere particolare, ma la realtà femminile si presenta
con questi connotati di subalternità rispetto al soggetto maschile,
addirittura nella tutela dei suoi diritti fondamentali. “
Ripartiamo
quindi da noi, dal riprenderci l' 8 marzo come la Giornata
internazionale della Donna, dal riprenderci i linguaggi, le immagini
dei nostri corpi, la nostra autodeterminazione e la lotta per una
parità di genere che non si esaurisce in una schiamazzante cena con
le più care amiche, ma inizia con un percorso come donne con i
nostri compagni, siano essi amanti, fidanzati, mariti o figli..
comunque uomini
Firmato:
una persona, una donna, una madre, una lavoratrice, una sognatrice,
una delle tante di SEL
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