lunedì 5 dicembre 2011

Dal voto al fare

Martedì 13 Dicembre 2011 – ore 21,00 
presso la Sala Coop Ed. Bovisa Via Broglio 3 Milano

Dopo sei mesi di governo della città, facciamo il punto con i nostri consiglieri comunali.

Patrizia Quartieri
Capogruppo Sel in Consiglio Comunale

Mirko Mazzali
Presidente commissione  - Sicurezza e Coesione Sociale - Polizia Locale - Protezione Civile e Volontariato

Luca Gibillini.
Vice Presidente commissione  Mobilità - Ambiente - Arredo Urbano – Verde

Sono trascorsi poco più di sei mesi dal 30 Maggio 2011, giorno della vittoria elettorale di Giuliano Pisapia e della coalizione di centrosinistra che l’ha sostenuto.Quella data non ha segnato solo uno spartiacque tra un modello, durato oltre vent’anni, di governo amministrativo lontano dai reali problemi di chi la città la vive quotidianamente ma ha rappresentato un’ autentica speranza di cambiamento che era già possibile intravedere nelle modalità di conduzione della campagna elettorale. 

La capacità di innescare energie ed intelligenze promuovendo quell’attenzione all’ascolto di cittadini, associazioni, comitati è stata la forza dirompente che ha condotto migliaia di persone a riprendere una partecipazione attiva e propositiva ed ha trasmesso all’intera città , dopo anni in cui tutte le decisioni erano state subite passivamente, quel segnale di innovazione e cambiamento concretizzatosi con la vittoria di Pisapia. 

La nostra organizzazione politica, Sinistra Ecologia Libertà, che ha contribuito rispettosamente, sia dall'interno dell'onda arancione che direttamente, al successo, ritiene che il metodo vincente debba continuare ad essere proposto, con trasparenza, anche nel corso della corrente attività amministrativa. 

E’ per questa ragione che SEL zona9 circolo Comasina-Affori-Dergano-Bovisa-Isola, propone ai cittadini dei quartieri della zona9, un incontro aperto, con i rappresentanti SEL eletti in Consiglio Comunale, che tracci un bilancio di questa prima fase di legislatura partendo proprio dalle esperienze vissute nelle istituzioni, ed indichi le modalità necessarie, sapendo anche evidenziare le possibili difficoltà, per sviluppare il programma presentato alla città la scorsa primavera.

Il confronto, l’ incontro e l’ascolto rimangono i punti cardinali della bussola che vogliamo continuare a perseguire come elementi fondamentali di partecipazione perché il sogno di pochi mesi fa, di una città diversa ,possa effettivamente avverarsi.


Vi aspettiamo numerosi!!

Circolo SEL: Zona 9 Comasina - Affori - Dergano - Bovisa - Isola


venerdì 14 ottobre 2011

Cdz del 13/10/2011

Ieri sera dopo un bellissimo ed estremamente partecipato corteo antimafia al Consiglio di Zona non ci sono stati grossi problemi. Alcune concessioni gratuite di spazi e alcuni piccoli patrocini economici con l'unanimità dell'aula (ad eccezione della concessione di spazi all'associazione culturale AFRIACA su cui la lega ha votato contro senza nessuna argomentazione). Siamo inoltre riusciti a bocciare 2 mozioni molto discutibili, la prima che richiedeva un ripensamento sul tema militari nelle strade visti i vari episodi di criminalità e una seconda che sostanzialmente condannava il "bottellon" che ha avuto luogo in Bicocca alcune settimane fa. Su quest'ultima c'è stata una compattezza tra tutti i Consiglieri Under 30 che, pur comprendendo il problema della pulizia e della quiete pubblica, hanno sottolineato anche il diritto all'aggregazione in una città che per anni(17) ha ignorato le giovani generazioni.
Jacopo Rossi

lunedì 3 ottobre 2011

Convocazione assemblee SEL zona 9

Care compagne e cari compagni,
vi invitiamo a partecipare alle assemblee fondative di due nuovi circoli di SEL in zona 9.

Il circolo di Prato-Niguarda-Bicocca si riunisce venerdì 7 ottobre ore 21.00 in Viale Suzzani 273 scala D citofonare 155 Pandora

Il circolo di Isola-Dergano-Bovisa-Affori si riunisce martedì 11 ottobre ore 21.00 in Via Prestinari 1, citofonare Sorana

In questo modo SEL potrà radicarsi meglio e di più in una zona grande come la 9. La suddivisione territoriale è indicativa, ma la partecipazione a un circolo o all'altro è naturalmente libera.

venerdì 17 giugno 2011

Noi, SEL. Spunti di discussione

 ... dal sito di " Sinistra Ecologia Libertà.

Mi sembra che il dibattito aperto dall’intervista di Nichi Vendola sul Corriere della Sera rischi di avvitarsi attorno a minime diversità di opinioni in merito ai tratti essenziali di SEL, mentre le vere differenze, ossia le diverse proposte rispetto alle scelte che dovremmo apprestarci a fare, continuino a restare in penombra.
Cercare di mettere a fuoco i punti veri su cui serve un approfondimento di riflessione collettiva, può aiutarci forse a rendere più utile per tutti noi la prossima riunione dell’Assemblea Nazionale.
Partiamo dalle cose che sembrano assodate per tutti e su cui non ha davvero senso continuare a riproporre la propria opinione, per marcare sfumature per lo più irrilevanti:
  1. Nessuno di noi vuole un “partitino” (accusa che tra l’altro viene periodicamente lanciata dagli uni verso gli altri, e viceversa, a tempi alterni; potremmo archiviare la questione una volta per tutte?) e tutti sappiamo che quel che serve all’Italia è la rinascita di una politica di sinistra che ritorni ad intercettare il consenso e l’entusiasmo di un popolo, che chiede unità, coerenza e concretezza;
  2. La forma partitica classica, così come l’abbiamo conosciuta nel secolo scorso, è tramontata definitivamente, travolta dal cambiamento dei tempi, dal progresso tecnologico che ha mutato completamente non solo i modelli di produzione, ma anche le modalità con cui si partecipa all’arena pubblica;
  3. Il sistema politico italiano è inadeguato, nelle regole e nelle persone, a rispondere alle domande dei cittadini;
  4. Il centrosinistra, se vuole sconfiggere il centrodestra, deve trovare il modo di costruire una proposta credibile per vincere le elezioni, ma anche il modo per poter trovare una sintesi tra le proprie differenze per poter governare; tutti noi crediamo che questi modi non si possano trovare nelle sommatorie realizzate a tavolino (figurarsi con fusioni a freddo con partiti in profonda crisi!), ma aprendosi a larghi processi democratici.
Se su questo siamo tutti d’accordo, restano invece aperte molte questioni su cui si dovrà scegliere. Se non lo faremo, rischiamo di perdere una grande opportunità.

1. QUEL CHE SIAMO E QUEL CHE VORREMMO ESSERE.
Se è certo che nessuno di noi vuole un partitino, non è detto che quel che faremo nei prossimi mesi non ci porti comunque a quel risultato. Come è noto, “la via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni” e i processi organizzativi possono prendere strade diverse dagli intenti dei loro stessi membri. Partiamo dal fatto che aver proclamato di aver costituito un partito non fa sì automaticamente che questo partito esista realmente; così come proclamare che siamo un movimento, non ci renderebbe automaticamente più duttili e capaci di adattarci ai cambiamenti della realtà. Piuttosto che dibattere astrattamente attorno alla definizione giusta da darci, dovremmo fare uno sforzo per capire cosa è oggi SEL nella realtà (soprattutto a seguito dell’esperienza delle elezioni amministrative e del risultato straordinario dei referendum) e chiederci se corrisponde ai nostri obiettivi; e se così non fosse, dovremmo interrogarci su cosa possiamo fare per rendere questo nostro strumento sempre più efficace rispetto a quanto vogliamo raggiungere; una volta individuate e decise le azioni che possono rendere la SEL reale più vicina a quella ideale, dovremmo cercare di metterle in pratica, piuttosto che consegnarle agli archivi dei nostri dibattiti, anche se questo potrà voler dire stravolgere assetti e mettere in crisi equilibri consolidati all’interno della nostra comunità.


2. LA PARTITA E’ RIAPERTA. E ADESSO?
Lo slogan scelto per il tratto saliente della nostra azione si è rivelato azzeccato. E’ evidente che da strati sempre più ampi di cittadinanza sta montando una richiesta di cambiamento e SEL e soprattutto Nichi Vendola hanno avuto in moltissimi casi la capacità di intercettarla; o meglio, hanno avuto la capacità di rendere possibile la costruzione di proposte credibili in grado di intercettarla. Dovremmo analizzare meglio quali siano stati gli elementi che ci hanno consentito di raggiungere questo risultato in alcuni luoghi (primarie, scelta di candidati credibili, etc.) e non in altri. Non per trovare i “responsabili” delle sconfitte, ma per capire come si possono interrompere meccanismi che talvolta ci portano a compiere scelte palesemente sbagliate.
Ma più di questo è secondo me urgente e necessario capire come consolidare i risultati positivi, perché il “vento” di entusiasmo e cambiamento non refluisca (come spesso accade) subito dopo le campagne elettorali e si vada ad infrangere contro le difficoltà delle azioni di governo. Il nostro è un mondo veloce, in rapida evoluzione, in cui le persone si aspettano risposte in tempi brevi. E soprattutto, non prendono in considerazione la necessità di un proprio impegno prolungato nel tempo. Se la maggior parte delle persone vede nel rapporto diretto con leader riconoscibili la ragione del proprio impegno, e non riesce assolutamente a vederlo nel sostegno alle organizzazioni partitiche, è sicuramente perché quest’ultime sono viste come luoghi “di proprietà” di altri (potenti oligarchie nazionali o piccoli gruppi locali, il senso di estraneità è lo stesso), ma anche perché si tende ad avere una visione individualistica della partecipazione democratica a scapito della dimensione associativa, per cui è preferibile il ruolo di “supporter” piuttosto che quello dell’attivista “globale”. Ma il rischio che l’entusiasmo e la passione che circondano la figura di Nichi Vendola, innanzitutto, ma anche le altre figure emerse in queste ultime elezioni, siano associati ad una sorta di aspettativa “salvifica” al di sopra della realtà è estremamente elevato. Occorre trovare il modo di convogliarli invece su un’auto-assunzione di responsabilità del ruolo di ognuno nel cambiamento sociale. Non dobbiamo cavalcare l’antipolitica, dobbiamo riconciliare la politica e la società. Cambiando innanzitutto la politica, ma anche la società. E’ questa la vera sfida che ci aspetta.

3. PARTITO O MOVIMENTO, PURCHE’ SIA DIVERSO.
Portare le energie migliori della società nella politica vuol dire portarle dentro SEL? Non necessariamente. In questo senso il nostro ruolo va ben al di là dei confini del nostro soggetto politico. Se il cambiamento passa dal togliere la politica dalle mani di élites sempre più ristrette, dobbiamo trovare il modo di allargare la partecipazione, ma anche trovare il metodo che consenta la selezione adeguata delle idee e delle persone giuste. Viviamo in un paese in cui in ogni campo il problema maggiore è la mancanza di un processo meritocratico di selezione. La politica non fa eccezione, purtroppo, anzi ne è l’emblema. Se questo sforzo, da parte di SEL, è apparso spesso evidente nella sua esposizione esterna, non si può dire altrettanto per la vita interna. Il punto, ripeto, non è definirsi partito o movimento. Non è neanche se SEL sia il soggetto che mira a diventare qualcosa di più grande o sia il soggetto che si mette a disposizione per creare qualcosa di più grande insieme ad altri. Il punto è che, in ogni caso, non si può rinunciare alla necessaria innovazione. Dobbiamo mettere al centro il coraggio, come stella polare, per sconfiggere la paura, in tutte le forme in cui questa si manifesta. Coraggio che è stata la chiave di volta dei diversi successi nostri e del centro sinistra in questo ultimo anno. Per tornare all’intervista di Vendola, le reazioni di ampi settori del PD hanno il tratto caratteristico della paura. E questo dovrebbe rendere noi più decisi nel portare avanti la sfida della nuova sinistra, senza timori, evitando però il rischio di ridurla al dialogo tra pezzi di gruppo dirigente.
Se è vero che dobbiamo sconfiggere il timore di un’annessione (che nei fatti con le primarie, non si è mai verificata), è altrettanto vero che va evitata la paura di una strutturazione del partito come limite alla nostra azione. Questa strutturazione, se accompagnata dal chiaro profilo politico culturale emerso da Firenze, non inficerebbe nessuna evoluzione futura ma anzi la potrebbe aiutare.
L’iter di costruzione dello statuto è in questo senso emblematico e non possiamo affermare che sia stato costruito con il necessario coraggio: sarebbe dovuto scaturire da un impegno straordinario di esperti, studiosi, rappresentanti di esperienze concrete, per poter dar vita a una “casa” che potesse rendere possibile e utile la partecipazione più vasta possibile, non solo dei singoli ma anche dei tanti soggetti sociali che compongono la galassia della sinistra, e la partecipazione più qualificata possibile per la produzione di idee e pratiche veramente nuove. Non mi pare che questo sia stato. Prendiamone atto: la struttura cui stiamo dando vita è lontana anni luce da quella che è l’aspettativa attorno a noi e soprattutto attorno a Vendola. Noi non stiamo facendo il possibile per fare di SEL un luogo diverso dagli altri. Tutti, me compresa, abbiamo fatto errori, ma credo che questa situazione sia il risultato di qualcosa che va al di là della responsabilità dei singoli, che sia frutto di una dinamica tipica dei processi organizzativi. E’ una responsabilità collettiva e, collettivamente, siamo ancora in tempo per cambiare strada. Basta volerlo.
Ileana Piazzoni

mercoledì 15 giugno 2011

RIAPRIRE LA PARTITA

 ... dal "Manifesto per Sinistra Ecologia Libertà" ottobre 2010.

Con il congresso di Sel nasce in Italia un soggetto politico nuovo.
I nostri principi fondamentali sono pace e non violenza, lavoro e giustizia sociale, sapere e
riconversione ecologica dell’economia e della società.
Il nostro orizzonte è un mondo futuro non dominato dalla forma di merce, nel quale il buon vivere
sarà una funzione della conoscenza, della sicurezza, della bellezza, della convivialità; un mondo
che metta in equilibrio città e campagna, ponendo un limite secco all’ipertrofia del cemento e della
chimica; un mondo non dipendente dai combustibili fossili e dall’uranio; policentrico e tutore della
variabilità: genetica, delle civiltà e dei linguaggi umani; capace di mettere al servizio di tutti la
scienza, la tecnologia, la rete. Un mondo in cui venga bandita la miseria e la fame, e in cui la
guerra diventi un tabù. Un mondo capace di guardare con rispetto e amore anche la dimensione
del “vivente non umano”. Un mondo in cui venga pattuito un nuovo inventario dei beni comuni
dell’umanità, non disponibili per interessi privatistici e speculativi, messi al riparo dall’egoismo e
dall’avidità: beni comuni naturali, aria, acqua, foreste, spazio; accesso di tutti ai medicinali e alle
cure sanitarie; equa distribuzione della conoscenza, dell’informazione, della tecnica.
La nostra missione è restituire la parola alle culture critiche europee, contribuire a costruire una
nuova larga sinistra in Italia ed in Europa, contribuendo, nel nostro paese, ad una alternativa
politica, sociale e culturale alla destra. Una destra che, pur segnata dai contrasti interni e dalla
incapacità di dare risposte positive al paese, è sempre più pericolosa per il disegno autoritario e
antisociale che incorpora.

La connessione tra le tre parole-concetto che stanno nel simbolo del nuovo partito non è né
scontata né storicamente sperimentata: della “sinistra” si parla nell’Europa di oggi per denunciarne
la crisi; “libertà” è abusata da una destra pervasa di umori populistici, autoritari, clericali, xenofobi,
razzisti, antisemiti, misogini, omofobici; “sinistra” e “ecologia” -nonostante il progredire di una
coscienza di massa sullo stato critico del pianeta - continuano a vivere largamente in conflitto.
Fonderle in una cultura comune, un progetto ed una programma è una grande impresa inedita.
Siamo nel pieno della stagione della crisi della politica, e della crisi verticale della forma-partito. La
crisi della politica ha ragioni profonde, di sistema. La globalizzazione neoliberista è stata una vera
e propria rivoluzione conservatrice. Essa ha strutturato poteri –economici, finanziari, militari- più
estesi degli Stati nazionali, più potenti di governi e movimenti politici. Le decisioni fondamentali non
passano per la rappresentanza democratica e il costituzionalismo delle istituzioni pubbliche. Le
istituzioni politiche non si sono internazionalizzate come il capitale e la merce, e la democrazia è
regredita negli Stati nazionali. Ma ci sono altri aspetti che hanno aggravato pesantemente la
tendenza. Il primo è il processo di omologazione culturale e ideologica che ha visto convergere
sotto le bandiere del liberismo gran parte della sinistra storica: questa abdicazione è stata
chiamata “riformismo”. Il secondo è il progressivo dilagare della questione morale, che ha
provocato in Italia il costituirsi di una parte della borghesia in “cricca”, e gran parte del ceto politico
in “casta”. E’ così che i partiti attuali sembrano l’esatto rovescio dei luoghi di socialità , di gratuità,
di solidarietà che ne hanno segnato la nascita il secolo scorso. La politica sembra restringersi a
vuota immagine e potere.

I cittadini e i lavoratori vivono tra adattamento, disincanto e protesta. Un nuovo soggetto politico
nasce legittimamente se appare, ed è nella realtà, radicalmente controcorrente, cioè portatore di
buona politica, di una riforma della politica. Fatti e movimenti politici vivi e innovativi continuano a
nascere in piazza e sul Web: dal “popolo viola” alla sollevazione per la libertà della cultura e
dell’informazione, dal referendum per l’acqua pubblica alle lotte contro le leggi “ad personam”, oltre
al rinnovato protagonismo di settori del lavoro dipendente, sia pubblico, a partire dai settori della
conoscenza, che privato, che hanno espresso in questi mesi una capacità di reazione imprevista,
di cui la vicenda di Pomigliano è la più nitida e feconda espressione. Eppure, le estreme difese del
lavoro si trovano spesso a doversi spettacolarizzare in forme inedite, segnalando per questa via il
progressivo distacco delle forme di rappresentanza tradizionali, a partire dai partiti politici, ma che
giungono fino alla crisi di rappresentatività espressa in molte vicende dai sindacati. In Puglia, in
controtendenza, sono emerse modalità organizzative vitali, affollate da giovani spesso al primo
approccio con l’impegno civile e politico, come le “Fabbriche di Nichi”, che costituiscono una delle
più significative novità della politica italiana, proprio perché sono svincolate da una logica
immediatamente legata alla sfera politico-istituzionale.

Nella sua prima esperienza di vita, dopo la sconfitta del 2008, Sel ha provato con tenacia ad unire
le forze della sinistra, ma la frantumazione ha fatto prevalere logiche identitarie e conservazione di
nicchie ideologiche. Bisogna spezzare l’incantesimo. Tutte le espressioni organizzate della
soggettività politica sono in crisi. Lo straordinario movimento No Global –la “seconda potenza
mondiale” dei primi anni del secolo-, che ha mostrato di saper andare al cuore dei problemi, che
pure in Italia attraversa una fase di crisi, dimostra, con le mobilitazioni contro il G20, la proposta
unitaria di partecipare alla mobilitazione europea dei sindacati oltre alle molte iniziative presenti nel
resto del pianeta, la persistenza delle ragioni che lo originarono e che ancora lo innervano: lo
straordinario successo della raccolta di firme per i referendum per l’acqua pubblica ne è una
conferma. Non bastano partiti politici, in crisi profonda. Il compito attuale è di ricostruire una
partecipazione democratica e di dare forza e credibilità ad una idea di trasformazione, sia nei
contenuti, che nelle pratiche. In particolare, riteniamo che ogni proposito di riforma della politica sia
vanificato se non parte dalla centralità della democrazia, non solo quella rappresentativa. Per
questo, così come sosteniamo l’indispensabilità dell’introduzione di meccanismi democratici nel
mondo del lavoro, come il voto sui contratti, allo stesso modo pensiamo che oggi le forze politiche
debbano promuovere, a tutti i livelli, strumenti di coinvolgimento e partecipazione, come le
primarie, sia al loro interno che nella società in cui operano. Dobbiamo e vogliamo dare un’anima
ed una speranza alla parola alternativa.

Sel deve mettersi a disposizione di un vero big bang, un nuovo inizio. Sel è una forza autonoma,
nel progetto e nella sua organizzazione, ed unitaria nella ricerca di alleanze politiche e sociali che
ricompongano la frantumazione presente. Intendiamo dare voce e rappresentanza a chi oggi non
si riconosce nell’attuale panorama politico e che vuole ritrovare un’unità di popolo che dia respiro
ad un progetto credibile e alternativo di governo del paese. Tutto il quadro immaginario di sistemi
iper maggioritari e bipartitici (nel quale è sorta e rapidamente tramontata l’illusione della
autosufficienza del Pd) è fallito. C’è dunque da costruire daccapo un pensiero, un programma, un
progetto, una leadership.
Ci vuole cultura e struttura. Ci vuole un’organizzazione, radicata e flessibile, giovane e coraggiosa:
un soggetto politico che si metta in rete con tutte le esperienze innovative, e che tessa il filo delle
idee e delle passioni autentiche. Che faccia della cooperazione la nuova modalità di vita associata.
“Sinistra, ecologia e libertà” vuole essere il lievito e il sale della costruzione della soggettività di una
nuova grande sinistra. La sinistra della libertà e dell’uguaglianza, del lavoro e dell’ambiente.

DOPO IL NOVECENTO

... dal "Manifesto per Sinistra Ecologia Libertà" ottobre 2010.

Il Novecento è finito. La contesa generale che ne ha scandito il calendario storico è stata quella tra
Capitale e lavoro: sterminate plebi hanno fatto il proprio ingresso sulla scena pubblica, si sono date
la forma e la cultura di un proletariato maturo, hanno plasmato la vita e lo stile delle nostre
democrazie, hanno rotto il gioco secolare dello schiavismo e del colonialismo. In quella lotta aspra
e spesso sanguinosa sul nesso che lega lavoro e libertà si sono stratificate le nuove culture della
modernità: l’utopismo e il riformismo dei nuovi movimenti di massa, il marxismo, il cristianesimo
sociale, il radicalismo liberal-democratico. Il Novecento è finito con la sconfitta del lavoro e la
vittoria del nuovo Capitale finanziario. Tra le sue macerie rischia di rimanere sepolta la speranza di
una società di “liberi ed eguali”, che pure illuminò l’intero secolo, mobilitando in forme inedite quelle
energie sociali e quelle passioni individuali che cambiarono il corso della storia. La sinistra
novecentesca è stata la proiezione sulla scena pubblica di una planetaria spinta di emancipazione
sociale e di liberazione umana. Nell’esperienza storica degli Stati comunisti quella spinta è stata
invece soffocata e capovolta, e all’annuncio del “regno della libertà” si è sostituita la cortina di ferro
e la pedagogia dei gulag. Anche le socialdemocrazie, che hanno realizzato uno straordinario
compromesso tra i diritti del lavoro e il mercato capitalistico, sono state travolte dalla forza
rivoluzionaria che la nuova destra conservatrice mondiale traeva dalla crisi vorticosa dell’Est.
Tra la “storia è finita” e la “guerra infinita” si è giocata un’intera partita di egemonia e di dominio
degli assetti di potere mondiale. Il potere ha tramutato la propaganda in pubblicità, ha reinventato
le forme dell’immaginario di massa, ha riplasmato i desideri collettivi, ha covato le “uova di
serpente” di una nuova antropologia, consumista fino all’auto-cannibalismo e individualisticamente
nevrotica: non l’egoismo maturo di marxiana memoria, ma un egoismo dissipativo e cieco, capace
di trasmutare la libertà in una coazione infinita all’acquisizione di status symbol. L’individuo,
maschio e occidentale, compratore e venditore è il protagonista del mondo-market postnovecentesco.
Un mondo soffocato dai gas serra, assediato dal cemento, avvelenato,
desertificato, in piena crisi entropica. Il liberismo è stato ed è la narrazione “naturale” della
vocazione alla libertà predatoria, e la sinistra si è data come compito quello di temperare il calore
incandescente dell’umanità subordinata all’economia e dell’economia subordinata alla finanza.
Anche la politica è mercato, mercato elettorale. Dimensione pubblica del totalitarismo del privato.
Discorso pubblico sulla fine del primato del pubblico. Una modernità virtuale e veloce, incapace
tuttavia di fare i conti con le proprie ascendenze arcaiche: in particolare gli effetti perversi del
patriarcato in crisi e i suoi colpi di coda e il riproporsi del maschile come primato, che intende
sussumere il “femminile” come corredo e cornice, come allusione o “quota rosa”, senza mai
mettere in crisi le forme del politico e una architettura istituzionale che è escludente. Il regresso a
forme del diritto che evadono dai doveri dell’universalismo e riscoprono il fascino di una
legittimazione legata alla stirpe, al sangue e alla terra. La criminalizzazione dei poveri, nelle forme
di uno “Stato penale sovrannazionale” che usa i migranti come regolatore del costo del lavoro
globale e come capro espiatorio di qualsivoglia psicosi sociale causata da qualsivoglia crisi.
L’espulsione delle giovani generazioni dalla costruzione di futuro, in quanto la precarietà diviene un
tema unificante l’intero tempo di vita, dal mercato dei lavori atipici alle devastanti solitudini
metropolitane.
C’è un dolore incontenibile nelle forme antiche e nuove della “questione sociale”, nella geografia
dei lavori frammentati e orfani di tutela, nelle stratificazioni del non lavoro, nello smottamento dei
ceti medi verso le sabbie mobili dell’incertezza e dell’impoverimento, nella fatica di dare
rappresentazione pubblica e valore politico a ciascuna di queste esperienze di vita dimezzata, di
vita appesa, di vita a rischio. C’è un dolore persino straziante nello sfibramento della democrazia e
delle sue istituzioni, nella crisi del costituzionalismo democratico, e qui in Italia nel violento
precipitare in un “vuoto di democrazia” colmato dalla videocrazia, dalla censura di Stato, da poteri
opachi (e talvolta eversivi) che si auto-legittimano nei modi di un moderno populismo reazionario.
C’è un dolore anche inedito nella percezione della dissipazione irreparabile di vita e civiltà che si
consuma nell’oltraggio alla biodiversità e nell’aggressione mercificante alla natura. Qui c’è il vuoto
drammatico di sinistra. Qui c’è per intero il senso e il bisogno della sinistra. Non la sinistra delle
nostre biografie intellettuali, di tutte le nostre scissioni, del cumulo di torti e di ragioni che ciascuno
di noi si porta addosso. La sinistra che raccoglie e moltiplica domande di libertà e di eguaglianza
oggi più che mai soffocate e manipolate. La sinistra che ha bisogno di un popolo, il popolo ha
bisogno di una sinistra nuova, dell’eguaglianza, non dogmatica, libera, plurale e unitaria. Ecco: noi
vogliamo aprire il cantiere, non vogliamo chiuderlo. Vogliamo riaprire la partita, prima ancora che
aprire un partito. Vogliamo farlo in un percorso nuovo, in cui i luoghi che costruiremo non hanno la
presunzione di essere autosufficienti e definitivi. Vogliamo un soggetto politico, ecologista e
libertario, proprio per costruire un’alternativa al moderno capitalismo, che ci metta in cammino, che
ci aiuti a incontrare tante e tanti che come noi, ma diversamente da noi, cercano il vocabolario
della sinistra di un secolo nuovo.

giovedì 9 giugno 2011

La chiusura del PD, il movimento di SEL

... dal sito di "Sinistra Ecologia Libertà"

Quante volte in questi due anni di costruzione del progetto di SEL ci siamo detti che il nostro obiettivo non era certo quello di dar vita ad un partitino più o meno consistente dal punto di vista elettorale, ma lavorare e scompaginare i vecchi recinti dei partiti del centro-sinistra per ridare una prospettiva politica nuova al Paese?
La nostra proposta politica di innovazione è incentrata sulla riconversione ecologica, sul superamento del precariato come destino ineluttabile di vita, nei valori dell’uguaglianza e della partecipazione, nel benessere della società come nuovo indicatore di ricchezza; proprio questi contenuti rendono evidente che SEL deve lavorare in un campo largo dell’opinione pubblica del paese, guardare all’Europa ai suoi movimenti avendo un riferimenti plurale capace di relazionarsi non solo al socialismo e alla sinistra Europea ma anche sopratutto all’esperienze ecologiste come quelle in Germania e in Francia proiettate ben oltre il 10%. Era retorica per declamare grandi progetti e poi coltivare piccoli orticelli? Noi non crediamo e per questo siamo sorpresi da alcune reazioni all’intervista di Nichi al Corriere.
Come percorrere strade nuove nella politica, come innovare nelle forme organizzative cedendo sovranità ad associazioni e movimenti, come riconnettersi ad un popolo di sinistra deluso e stanco della politica, sono state per molti di noi e Fava sa quante volte insieme ci siamo interrogati su questo, e sono domande imperative a cui spesso ne individualmente ne collettivamente siamo stati in grado di dare adeguate risposte.
Perchè è più facile e rassicurante ripercorre le strade antiche, ma conosciute delle nostre forme partito o delle nostre vecchie pratiche politiche. Non a caso abbiamo più volte espresso la nostra preoccupazione su come SEL si stia dotando di uno statuto che al di là delle buone intenzioni ci riconduce nel recinto del piccolo partitino tradizionale anziché proiettarci nel campo aperto evocate anche dall’intervista di Nichi.
Ma da Firenze in poi lo sappiamo tutti che la nostra strada obbligata è quella di mettersi in gioco, di navigare in mare aperto, di sperimentare e promuovere il protagonismo dei movimenti , delle associazioni dei singoli soggetti che si auto organizzano. Scandita a chiare lettere nelle conclusioni di Vendola con quell’invito ad essere un seme che deve far nascere un germoglio.
Abbiamo avuto ragione nel voler riaprire la partita e oggi, dopo le amministrative e mentre è in corso una straordinaria mobilitazione referendaria c’è una moltitudine di uomini e donne che chiede un processo costituente aperto della nuova politica e del nuovo centrosinistra a cui SEL deve dare una risposta di apertura e non di semplice identità organizzativa.
E’ esattamente questa sfida che Nichi nella sua intervista ha rilanciato con forza a SEL, al PD, agli altri alleati e soprattutto ai tanti giovani, donne e uomini che ai partiti inattuali non ci credono più, ma partecipano entusiasti alla battaglia referendaria, si organizzano contro il precariato per uscire dal tatticismo, dal politicismo, dalle etichette ormai prive di senso di riformisti, estremisti, moderati e riaprire la partita, ragionando su quello che serve all’Italia e chiamando direttamente i lavoratori, le donne, i precari a costruire questo progetto decidendo per esempio con le primarie su contenuti e persone. Che poi è esattamente quello che è accaduto a Milano, a Napoli, a Cagliari e in tante altre città. E’ la sfida per rimettere in campo  una proposta di sinistra ed ecologista vincente per il bene dell’Italia, è la scommessa su cui siamo nati come SEL.
D’altra parte la risposta di chiusura a questa intervista di Nichi proveniente da gran parte del PD ci deve rendere consapevoli delle difficoltà e dei rischi dei prossimi mesi. Il PD esce numericamente rafforzato dal voto amministrativo ma le sue contraddizioni politiche sono rimaste inalterate e forse aumentate come dimostra anche il goffo tentativo di mettere il cappello al movimento referendario e di relegare SEL in un ruolo predefinito in continuità con la vecchia geografia politica. E’ proprio questo schema che dobbiamo rompere avendo il coraggio di osare e non di accettare che dopo aver riaperto la partita altri la giochino al nostro posto.

Loredana De Petris, Paolo Cento

Riassunto per il 12 e il 13 giugno 2011


Vittoria!!!





giovedì 12 maggio 2011

Milano 8 Maggio 2011 - Una bella storia.





sabato 16 aprile 2011

Tenere aperto l'oblo della speranza

Essere giovani vuol dire tenere aperto l'oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro.
Bob Dylan

Milano è una città che invecchia e degli anziani non ha la saggezza ma solo la stanchezza, tanti acciacchi e poca voglia di crescere, imparare, giocare e divertirsi.

Lo vediamo:

nella solitudine e nell’isolamento dei genitori e della scuola nello svolgere la loro funzione educativa
nella mancanza di spazi di incontro e di libera espressione per bambini e famiglie
nell’occuparsi dei bambini e dei ragazzi solo come emergenze (disagio, bullismo)
nello sviluppo urbano che ostacola l’avventura di crescere e sperimentare dei ragazzi

Con Sinistra Ecologia Libertà e Pisapia Sindaco Milano può:

Diventare una città amica di bambini, ragazzi e delle loro famiglie
Dare centralità all’educazione delle nuove generazioni
Pensare a una crescita vitale e armoniosa per I bambini e I ragazzi di Milano
Avviare politiche educative condivise e partecipate con I genitori e con la scuola
Progettare spazi e tempi che rispondano ai bisogni dei bambini e dei ragazzi
Scoprire con i ragazzi di origine straniera che tutti I bambini sono cittadini del mondo
Promuovere i diritti dei bambini e dei ragazzi per tutelare Ia democrazia oggi e domani


Con SEL al governo di Milano la sinistra in Italia
rimette al centro l’educazione:

per contrastare e uscire dall’immaginario del berlusconismo
per guardare ai ragazzi e bambini non come consumatori
ma come protagonisti di un progetto di trasformazione della società

Sinistra Ecologia Libertà ti aspetta tutti i venerdì dalle 21,00 alle 23,00 presso la sede del comitato Pisapia
in viale Suzzani 273 citofono 155 Pandora

giovedì 14 aprile 2011

RICARICA-MI

La Moratti fa campagna elettorale con i soldi dei milanesi. In questi giorni il Sindaco ha trovato il tempo di inviare una tessera RICARICA-MI (tessere Atm su cui si possono caricare biglietti, carnet e simili) a tutti i cittadini delle zone di Adriano e di Santa Giulia. Un maldestro tentativo di calmare i cittadini inferociti per i ritardi nei collegamenti dei loro quartieri alla rete Atm. Le tessere sono accompagnate da una lettera firmata Moratti, con la quale viene spiegato il grande impegno profuso dall’Amministrazione comunale per la mobilità sostenibile. Peccato che in questi anni davvero in pochi se ne siano accorti, e quindi ecco arrivare qualche spicciolo “in regalo”.
Infatti il costo di queste tessere è di 2 euro ciascuna, con già caricato un biglietto urbano. Il piccolo particolare – che la lettera della Moratti si guarda bene da spiegare – è il fatto che il costo della tessera sia totalmente a carico di ATM e quindi di tutti i milanesi.
Jacopo Rossi, candidato al Consiglio di Zona 9 con Sinistra Ecologia e Libertà e Emanuele Lazzarini, candidato al Consiglio comunale di Milano per il Partito Democratico, si sono sentiti in dovere di denunciare l'iniziativa del sindaco uscente.
«Piuttosto che fare campagna elettorale con i soldi dei milanesi, il Sindaco avrebbe dovuto da tempo risolvere il problema dei trasporti nelle zone di Adriano e di Santa Giulia. Esprimiamo grande disappunto e invitiamo i cittadini a consegnare per protesta la tessera ad associazioni che si occupano di persone in difficoltà. Quei due euro saranno certamente più utili a loro».

venerdì 8 aprile 2011

1 Aprile 2011 - Cena di SeL Milano zona 9





venerdì 18 marzo 2011

Ci conto e ci canto - 17/03/2011 - Piazza Mercanti Milano







martedì 1 marzo 2011

L'industria culturale e il distretto della creatività

Contenuto nella base di programma del candidato sindaco Giuliano Pisapia, emersa dal lavoro dell'Officina per la Città.
"La cultura è uno strumento strategico essenziale di sviluppo e trasformazione della città, è un elemento imprescindibile per promuovere una vita sana ed equilibrata in una metropoli contemporanea: è autentico ossigeno, che pur nella sua apparente immaterialità, deve poter circolare per tutto l'organismo".

Sinistra ecologia e libertà di Milano condivide, a partire dal sopraccitato primo capoverso, tutto quanto compreso nel paragrafo "L'industria culturale e il distretto della creatività", contenuto nella base di programma del candidato sindaco Giuliano Pisapia, emersa dal lavoro dell'Officina per la Città.

Sinistra ecologia e libertà di Milano ritiene opportuno impegnarsi per sostenere l'intero programma culturale e tentare di sensibilizzare sempre più tutta la cittadinanza su alcune specificità proponendo iniziative autonome collaterali e parallele a quelle già promosse dall'Officina.

Per far ciò istituisce un tavolo di lavoro, la cui prima riunione è fissata per

mercoledì 2 marzo alle ore 17:30, in via Palestrina 33.

Con la radicata convinzione che Sinistra ecologia e libertà debba continuare nella sua funzione anche di laboratorio per la nascita e la crescita di un nuovo centrosinistra nel Paese, il tavolo di lavoro dedicato alla rinascita della cultura milanese, al suo respiro europeo, alla contemporaneita, è aperta a tutti coloro che si riconoscono nel progetto indipendentemente dall'iscrizione a Sel

Adelio Rigamonti
Anita Pirovano

lunedì 28 febbraio 2011

Verbale riunine comitato Seveso 19 Febbraio 2011

Care e cari,
di seguito il verbale della riunione del comitato Stop Esonda Seveso alla quale erano presenti le compagne Inge Rasmussen e Daniela Gianoli ed il compagno Aldo Rossetti.


A nome di tutti un ringraziamento particolare a Daniela Gianoli che ha redatto il presente verbale.


Comitato Stop Esonda Seveso  riunione 19 febbraio 2011


Si sintetizza quanto ragionato nella riunione di Senago con il Comitato Senago Sostenibile e
con la proposta da parte di questo di mettersi in rete tra comitati per raggiungere un’unità di intenti evitando di contrapporsi l’uno con l’altro.
Durante questa riunione si da importanza alla depurazione delle acque e come, se depurate, queste potrebbero essere riutilizzate e/o convogliate su altro canale (vedi Villoresi).

A quanto già evidenziato nella precedente seduta del 28 gennaio 2011 si considera la responsabilità della Provincia e la sua funzione nel riassetto dei fiumi in quanto  delegata alla gestione e manutenzione del reticolo idraulico.
Occorre esigere piano del suddetto reticolo idraulico dalla provincia come soggetto attuatore.

Viene ricordato lo stato di abbandono della rete fognaria e la necessità di revisione, delle tombinature, il mancato interesse da parte dell’attuale giunta di politiche sul territorio.
Si porta a conoscenza dell’assemblea che per raffreddare le pompe di calore del nuovo palazzo della Regione si preleverà acqua dalla Martesana. Per permettere ciò nella Martesana la cui capacità volumetrica è di 80m3/s verrà convogliata acqua da uno scolmatore per  60m3/s. Considerato che la capacità di portata del Seveso è di 40m3/s, in caso di eventi meteorici, in particolare se copiosi, si ha la sensazione che difficilmente la Martesana potrà supportare le acque torrenziali del Seveso e la convinzione che per evitare  che il fiume possa esondare presso il nuovo palazzo, questo verrà fatto uscire dal suo letto a monte ovvero dove abitiamo noi.
Si considera anche che a sua volta il “Re de Fossi” non è in grado di sostenere la piena del Seveso.

Viene proposto poiché il Seveso chiama in causa diverse soggettività, di
coinvolgere le istituzioni responsabili quali Regione, Provincia, Comune, CdZ, in una conferenza di programma al fine di metterli intorno a un tavolo  per  discutere chiedendo alla Provincia di indicare il cronoprogramma.


Si passa a considerare la petizione che viene approvata dai presenti.

Vengono approvati i luoghi dove saranno raccolte le firme per la petizione.

Si comunica che ci si sta attivando per mettere in atto quanto proposto nella seduta precedente.


Ciao Daniela .

sabato 12 febbraio 2011

Nichi Vendola a Milano Domenica 13 febbraio. "Se non ora quando?"

Carissimi e Carissime,

come sapete il 13 febbraio è giornata di mobilitazione nazionale degli uomini e delle donne
incapaci di continuare a tacere, sostenere, giustificare o ridurre a vicende private il presente
stato di cose. "Se non ora quando? " è iniziativa che si svolge in oltre 200 piazze italiane,
e a Milano l'appuntamento è alle ore 14,30 in Piazza Cairoli.
SInistra Ecologia Libertà aderisce e partecipa convintamente alla mobilitazione milanese in
occasione della quale sarà presente  il  Presidente di SEL Nichi Vendola.

Sintesi del “Comitato Stop Esonda Seveso” riunitosi venerdì 28 gennaio 2011

COMITATO STOP ESONDA SEVESO  27/01/11

Si apre la riunione con un aggiornamento in merito  alla commissione ambiente del C.d.Z.9  del 18 gennaio.
Di fatto nessuna risposta politica concreta e fattibile sulla questione Seveso.
Sono state presentate ipotesi di aggiornamento tecnico, poco credibile nella fattibilità.

Braun ha concentrato le sue informazioni sullo scolmatore di Nord-Est e  evidenziando difficoltà sia nel reperire le risorse economiche( 34 milioni di € il Comune, 34milioni di € la MM da mettere a disposizione a bilancio per anno 2011)  sia per il livello studio in riferimento al progetto.

Tizzoli comunica l’ipotesi di disporre di circa 17 milioni di € per l’adeguamento dello scolmatore di Nord-Ovest .
Allo stato attuale non sono previste gare d’appalto per interventi sul Seveso.

Germinani della segreteria tecnica, informa che attualmente non sono considerate ipotesi  in riferimento allo scolmatore di nord-ovest di fatto  si occupano della manutenzione.

Cucchi interviene in merito alla raccolta delle acque refluee considerando la possibilità di deviare su Pero le stesse e di costruire a Varedo vasca volano(30000 m3) il cui finanziamento e compito di intervento deve essere di competenza della regione.
Propone di alleggerire con una vasca di laminazione 80-100 mila m3 il deflusso delle acque piovane per scaricare le stesse in seguito nelle fogne.

Discussione:
1)  Si considera da parte del comitato che  intervenire  con uno scolmatore a Nord-est  non risolverebbe il problema e andrebbe a  porre in situazioni di forte rischio esondazione il fiume Lambro, già di suo  a rischio. L’ipotesi di progetto sopra indicata fu già bocciata dall’autorità di bacino AIPO, nel 2007 e la proposta  non venne più considerata.
 Se si  vuol  intervenire in modo più idoneo sarebbe  opportuno considerare il Lambro meridionale.
Per quanto riguarda lo scolmatore di nord-ovest, nel 2010 una delibera regionale per  adeguamento dello stesso mise a bilancio circa 23 milioni di €  e 10 milioni per la  Vasca di decantazione di Senago (1milione di m3).
Il Comune di  Senago, che non è inserito nel “ Contratto di Fiume”, si oppose.
Occorre presentare da parte dei politici interventi  che vadano ad aggiornare ed amplificare in “Contratto di Fiume” in questione, riconsiderare il PGT, le aree golenali.
Importante pensare ad una forma di PGT regionale in rete con le città lombarde, che consideri  fiumi e corsi d’acqua da monte che nella specificità di questo quartiere è il fiume Seveso e l’urbanizzazione della regione ritenendo un intervento solo su Milano, fortemente antropizzata, di non facile risoluzione.
Verificare dove sono finite tutte le risorse economiche messe a bilancio dalla regione, provincia, città e non utilizzate.
2) Si porta ad esempio la Regione Trentina che impegna anche i privati con la costruzione di vasche volano.
3) Si considera che la questione Seveso si intreccia anche con situazioni più specifiche dei singoli caseggiati
in quanto le cantine sono spesso alluvionate anche quando il fiume non esonda in modo evidente.
4) Una persona del comitato si sta adoperando inviando alle istituzioni competenti  una serie di interrogativi mirati auspicando risposte dalle stesse.
5) Si popone di mettere in atto iniziative eclatanti per richiamare l’attenzione del quartiere, delle istituzioni, dei politici, ma anche di occuparsi dell’aspetto tecnico per essere pronti ad individuare le mancanze o i raggiri.

In seguito alla discussione si prendono le seguenti decisioni:
a)    Attivarsi per una petizione popolare.
b)    Coinvolgere le persone del quartieri con iniziative semplici di alfabetizzazione sulla questione Seveso.
c)    Individuare una comunicazione  che sappia esporre  in modo elementare i termini tecnici e permetta anche ai non addetti ai lavori di entrare nel merito.
d)    Organizzare un’iniziativa in piazza per i primi di marzo che sia anche didattico-informativa: possibilmente una rappresentazione teatrale sulla storia del Seveso.
e)    Prendere contatti con l’ASCO di zona, ACLI, ARCI Métissage.
f)    Organizzare le prossime riunioni di sabato o domenica in orari che permettano anche ai commercianti e ai lavoratori di partecipare con maggior facilità.
g)    Tutto ciò che viene prodotto dal Comitato è pubblico e a disposizione, ma deve riportare il logo del suddetto Comitato.

A seguito si accenna alla necessità di recuperare fondi per le iniziative da organizzare, per  il materiale occorrente, per la stampa dei volanti e altro.

giovedì 27 gennaio 2011

GIUNTA MORATTI E CONSULENZE D'ORO

"L’uso spregiudicato delle consulenze è l’esempio lampante dell’incapacità di amministrare una città" afferma Beatrice Uguccioni, Presidente del Consiglio di Zona 9 commentando il caso delle consulenze d'oro.

"E’ mai possibile che le professionalità interne al Comune di Milano non siano in grado di progettare, elaborare idee e realizzare interventi? Non credo proprio. Penso, invece, che in questi 5 anni le tante professionalità interne non siano state valorizzate, ma anzi siano state messe in disparte. E questo è gravissimo" prosegue la Uguccioni.

"E francamente non mi interessa nulla se, come afferma il sindaco, le consulenze siano state ridotte. Il dato è che sono stati spesi 50milioni di euro e la domanda è: il cittadino milanese che giovamento ne ha avuto? Io dico: nessuno" specifica il Presidente di Zona 9.

"Per andare nello specifico: servono davvero 400mila euro per sensibilizzare i padroni dei cani all'uso della paletta? Servivano veramente 530mila euro per promuovere tra le altre cose i progetti per le luminarie natalizie, peraltro poste solo in centro, alla faccia delle cosiddette periferie?
Sono sconcertata dalla superficialità della Giunta che ora, con il bilancio ancora da approvare, si permette di dire che c'è la crisi  e che quindi occorre tagliare i fondi da destinare ai servizi per i cittadini. Caro Sindaco, cari Assessori vi siete accorti adesso che la coperta è corta?" incalza Beatrice Uguccioni
"Cosa si sarebbe potuto fare con 50milioni di euro? Qualche suggerimento ce l'ho. Forse sistemare qualche scuola che sta cadendo a pezzi? La Zona 9 ha già fornito un preciso elenco. Forse restaurare la preziosa Villa Litta gioiello semi abbandonato? Addirittura realizzare l'opera che avrebbe eliminato le esondazioni del Seveso che a settembre ha devastato la metropolitana, causando milioni di euro di danni? Il Comune avrebbe dovuto investire "solo" 35milioni di euro! Gia! che ingenua, se avessero investito in progetti a favore dei cittadini con cosa avrebbero pagato per esempio il lettore ufficiale della cerimonia degli Ambrogini?" conclude Uguccioni

martedì 25 gennaio 2011

MOBILITIAMOCI PER RIDARE DIGNITA' ALL'ITALIA

MILANO IN PIAZZA SABATO 29 GENNAIO

PER RACCONTARE UN’ALTRA STORIA ITALIANA

Raccogliendo l’appello “Mobilitiamoci per ridare dignità all’Italia”, partito oggi da Milano e firmato da numerosi appartenenti al mondo della cultura e del sindacato, della politica e del lavoro, lanciamo l’idea di un’iniziativa delle cento piazze, da Frosinone a Messina, da Torino a Reggio Calabria, cominciando nella nostra città sabato 29 gennaio alle 15, in Piazza Scala. Con un simbolo: la sciarpa bianca del lutto per lo stato in cui versa il Paese. Uno slogan: Un'altra storia italiana è possibile, e poi le nostre facce. Le facce delle donne italiane, quelle della realtà. Appuntandoci sulla giacca una fotocopia della nostra carta di identità con su scritto che quello che siamo: cassaintegrate, ricercatrici, precarie, artiste, studentesse, registe, operaie e giornaliste, per dire la forza che rappresentiamo a dispetto di tutto.

Perché sarebbe bello che una spallata, magari quella definitiva, politica molto prima che giudiziaria, la dessimo proprio noi al capo supremo di questa telecrazia autoritaria, eversiva e misogina.

Come è scritto nell’appello: “Sentiamo il bisogno di porre un freno a tutto questo:

perché arrivi alle giovani donne un messaggio di libertà, di giustizia, di diritto a una vita fatta di scelte consapevoli, di riconoscimento della dignità della loro persona, della loro intelligenza, del loro sentire e delle loro competenze; perché gli uomini, in particolar modo i giovani, rifiutino il modello sessista che domina e spezzino la complicità maschile contro il corpo delle donne; perché chiunque abbia cariche istituzionali e sia coinvolto in questa vicenda si faccia da parte.”

Quel che accade del nostro Paese offende le donne, ma anche gli uomini che non si riconoscono, vergognandosi, nella miseria della rappresentazione di una sessualità rapace e seriale, nello squallore di una classe dirigente che ha fatto dell’eversione di ogni regola e nel sovvertimento di qualunque verità il suo tratto distintivo. Ed è anche a questi uomini che chiediamo di essere con noi sabato 29. Per ribadire insieme che “un’altra storia italiana è possibile”.

Vi chiediamo allora di aderire con una firma a questo comunicato e di diffonderlo. Vorremmo infatti mandarlo a L’Unità con un alto numero di adesioni e avere la più ampia cassa di risonanza all’iniziativa.

Vi chiediamo inoltre di diffondere l'iniziativa.

Grazie e a presto,

Per Adesioni all’appello: ridaredignita@gmail.com

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Sinistra Ecologia e Libertà

Via Pier Luigi da Palestrina,33

20124 Milano

Tel.02/43411300 Fax. 02/43998366

Email:agenda@selmilano.it

Web: www.selmilano.it

venerdì 21 gennaio 2011

Riunione Sel Mil Zona9

lunedì 24 gennaio 2011 - 21:00
incontro degli iscritti e dei simpatizzanti di Sel della zona9

Care compagne e cari compagni,
riprendono gli incontri degli iscritti e dei simpatizzanti di Sel della zona9.

Vi aspettiamo quindi

LUNEDI' 24 GENNAIO 2011
ORE 21
IN VIA MORGHEN 24
QUARTIERE BOVISA

Con il seguente ordine del giorno

CIRCOLO SEL DI ZONA9. A CHE PUNTO SIAMO CON LA RICERCA DEL NEGOZIO
CAMPAGNA PER PISAPIA. RUOLO DI SEL IN ZONA9
ELEZIONI AMMINISTRATIVE. PROSSIME INIZIATIVE DI SEL
CONSIGLIO DI ZONA. AGGIORNAMENTO SITUAZIONE

Prego tutte e tutti , compatibilmente con i propri impegni, di essere presenti e puntuali.

Ringrazio anticipatamente per voler avvisare le compagne e i compagni privi di posta elettronica e allo stesso tempo di coinvolgere eventuali conoscenti, simpatizzanti a noi vicini.

Cari saluti. 

domenica 16 gennaio 2011

Ora la Fiat smetta di trattare i suoi lavoratori come bulloni


I risultati del referendum tra i lavoratori Fiat a Mirafiori non lasciano spazio ad interpretazioni, nonostante la spudoratezza di certi commenti provenienti da altre sigle sindacali. Il 47% di “No” segna oltre ogni dubbio la vittoria della dignità al cospetto di chi ha inscenato una vergognosa campagna ricattatoria contro gli operai pretendendo, in cambio di investimenti, la rinuncia a diritti non barattabili. Sinistra Ecologia e Libertà si è schierata a fianco della Fiom, rivendicando la dignità del sindacato maggiormente rappresentativo e di tutti i lavoratori e invitando Marchionne a non trattare i lavoratori come “ bulloni “, e ha poi assistito indignata alle intollerabili prese di posizione del premier Berlusconi e di esponenti del Partito Democratico quali Fassino, Chiamparino, il tanto osannato Renzi a sostegno dell'irresponsabilità dell'ad Fiat Marchionne. Ora governo e azienda devono prendere atto dell'esito del voto ben aldilà della risicatissima vittoria del “Sì”. La competizione al ribasso, quella che incide sulla riduzione del costo del lavoro e delle garanzie sociali lasciando intatte le vere ragioni del pauroso deficit di competitività del Lingotto, non aiuterà certo la Fiat a stare sul mercato globale. E' dunque necessario che i vertici aziendali cambino atteggiamento, rispettando fino in fondo le prerogative di tutti i dipendenti preoccupati sia per il loro futuro sia per la lesione sistematica dei diritti prevista dall'accordo stesso. La vertenza resta dunque aperta. E qualora dovessimo continuare ad assistere a provocazioni a cominciare da nuovi ricatti contrapposti alla sacrosanta protesta, ritengo che sarebbe bene lanciare la proposta di nazionalizzazione della Fiat. Perché stiamo parlando di un patrimonio dell'italia e dei suoi lavoratori.